I Rami Secchi Degli Ulivi

Poco tempo fa ho avuto la possibilità di intervistare Ermes, un rapper pisano di 21 anni molto legato alla scrittura; ultimamente ha pubblicato un disco:  I Rami Secchi Degli Ulivi, e un singolo, più recente, Bisce. E’ un artista in forte evoluzione e, a parer mio, molto promettente, sia a livello musicale che di scrittura. Seguono le domande che gli ho fatto:

(Prima di leggere l’intervista consiglio di ascoltare almeno queste tre canzoni: Bisce, I Rami Secchi Degli Ulivi, Dammi Luce)

Come è nato “I Rami Secchi Degli Ulivi”?

Il disco nasce come mixtape nel 2017 ma non avevo intenzione di farlo uscire, un giorno poi, mentre ero a Torino, ho scritto la canzone “Rami secchi degli ulivi” perché abitando in un posto di campagna circondato da ulivi ne sentivo la mancanza. Una volta tornato a Pisa ho registrato di nuovo tutti i pezzi e  poi è uscito.

Si chiama “I Rami Secchi Degli Ulivi” perché questi vengono accatastati per poi essere bruciati; quei rami sono i miei brani, accumulati e racchiusi nel disco, a cui ho ridato vita facendoli uscire.

Hai avuto altre esperienze con la scrittura oltre alla musica?

Prima di approcciarmi alla musica scrivevo canzoni, non necessariamente con una base musicale e non rap, canzoni che possono essere definite forse poesia. Dopo la prima superiore invece ho sempre scritto rap.

C’è qualcosa che ti ha ispirato nella creazione del disco e durante la tua crescita artistica?

C’è sempre stata la mitologia, infatti il mio nome è tratto dai miti greci, ho anche fatto un EP, che si chiamava “Stige EP”, e quello è sempre stato un punto di riferimento perché ci sono tante storie dalle quali ho preso spunto. Altre ispirazioni le prendo da ciò che mi succede e dall’arte, avendo fatto il liceo artistico ho una passione per tutto ciò che la riguarda.

C’è qualcosa che vorresti che la tua scrittura comunicasse ma che hai paura possa essere frainteso?

Vengo molto spesso frainteso nei miei pezzi, molte volte qualcuno mi chiede spiegazioni ma non ne do mai; io scrivo per me stesso e devo comunicare con me stesso, se un mio verso non viene capito o qualcuno ci legge qualcosa che io non volevo dire va bene perché la musica è personale, dev’essere così.

Qual è il tuo rapporto con la scrittura?

E’ un rapporto strano, ci sono molti periodi in cui non scrivo e molti periodi dove scrivo tanto. Posso considerarlo un rapporto malsano, perché dopo “Dammi Luce”, che è il pezzo con cui sono cresciuto considerevolmente di ascoltatori, la mia scrittura è stata vincolata e limitata, ho iniziato a pensare di dover fare dei pezzi che spaccano e che sono in linea con il mio pensiero. Mi sono ritrovato così a non scrivere e a farlo male.

La scrittura è una classica ragazza, di quelle con cui stai a 16 anni; pensi che duri tutta la vita, poi magari ti ci lasci, ti ci rimetti e così avanti per un po’.

Cosa si prova quando si scrive?

Principalmente provo tristezza e solitudine, che è molto più complicata. Poi dipende da cosa scrivi, c’è un senso di liberazione e tutto quello che c’è intorno scompare; ti isola tanto e ti fa passare tanto tempo con te stesso, ti fa trovare dei lati di te che se non ti fermassi a pensare chi sei e cosa stai facendo non scopriresti mai, e mentre scrivi pensare è necessario. E’ un po’ come andare dallo psicologo.

Vuoi dire qualcosa che non puoi dire con la musica?

Questi ultimi pezzi che sto facendo sono molto commerciali, cose che io non avrei mai scritto. Il problema è che per esempio un pezzo come “Dammi Luce” è andato, ma non ha sfondato, perché è un pezzo che avrebbe potuto sfondare 2 anni fa, ora no. Ora ti devi adattare, e questa è la cosa brutta, ti limiti, devi scrivere un pezzo che non abbia  troppi versi complicati e che arrivi subito; io non ho mai scritto così. Sto facendo musica che ha il potenziale per arrivare a tutti, ma in cui non mi rispecchio; è un compromesso che secondo me ultimamente va fatto altrimenti non svolti.

L’intervista è stata realizzata da Davide Rodighiero, scrittore per Porto delle Storie alla Bibliotecha Thouar di Firenze. Trovate le sue storie su “Brevi e incredibili storie di fama paesale scritte di mercoledì” e “Storie dal Pianeta Perduto”. Amante della buona musica, del parkour e dei biscotti.
Lo trovate su instagram @davide_rdgh

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