Colori di genere

Ok, siamo onesti: non se ne può più dell’associazione rosa-femmine e azzurro-maschi: ormai i colori prevalenti sono il nero ed il bianco, quindi perché continuare con questo sciocco stereotipo? Questa ideologia che il rosa sia un colore femminile nasce alla fine degli anni ’50: gli uomini cominciarono ad indossare abiti più scuri, perché ritenuti più seri e professionali, mentre le donne colori più chiari, associati alla casa e alla famiglia. Proprio in quel periodo, inoltre, è nata la famosissima bambola Barbie, che proponeva come “colore ideale femminile” il rosa, che fa pensare alla delicatezza della donna. Oggi, passati settant’anni, sarebbe ovvio pensare che le cose siano cambiate, che si siano aggiornate per stare al passo con le nuove mode: jeans strappati, calzini sempre corti (anche con temperature sotto lo 0), felpe. E, invece, ancora non è così: molte bambine vengono convinte del fatto che per essere femmine si debba amare il rosa, indossare solo gonne e vestiti, giocare con le bambole, e che il loro mestiere sia semplicemente quello di cucinare e curare la casa. Viceversa, pure alcuni maschi subiscono le conseguenze di questo stereotipo: non possono indossare indumenti rosa se non vogliono essere presi in giro dai coetanei, non possono fare sport come danza o ginnastica artistica, e non devono preoccuparsi di aiutare in casa.

Ha senso associare un genere ad un solo colore?

Ha senso porre dei limiti sul vestirsi o su ciò che si preferisce fare per paura di essere giudicati da una società ancora chiusa e limitata?

La cosa più bella del genere umano è proprio la diversità, perché limitarci?Indossate quello che volete, fate lo sport che volete, amate chi volete.

Distinguevi dalla massa, siate diversi.

Nessuna persona normale ha mai raggiunto traguardi importanti“.

-Jonathan Byers, Stranger Things

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